Una vasta operazione condotta dalla Polizia di Stato di Latina, in collaborazione con la Squadra Mobile di Cosenza, ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. Due persone sono state coinvolte, una delle quali è stata posta in carcere, mentre l’altra agli arresti domiciliari.

Le accuse nei confronti delle due persone riguardano vari reati, tra cui corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, come stabilito dagli articoli 318, 319, 321 e 452 quaterdecies del codice penale.

L’ordinanza cautelare è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma sulla base delle risultanze d’indagine emerse nell’ambito di un’altra attività riguardante un’associazione per delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti, delitti contro l’ambiente e truffa ai danni dello Stato. Questa attività investigativa è stata coordinata dalla D.D.A. della Procura della Repubblica di Roma e condotta dalla Squadra Mobile di Latina, insieme alla 4^ Divisione – Indagini Patrimoniali del Servizio Centrale Operativo e al Distaccamento di Polizia Stradale di Aprilia.

Il principale indagato, un 53enne italiano, risulta essere amministratore di fatto di una società sottoposta a sequestro per un valore di circa 3.000.000 € di beni mobili ed immobili. Questa società è coinvolta in appalti con committenti pubblici del centro e nord Italia, compresi Roma, Milano, Varese e Verbania. Si ritiene che il 53enne e altri soggetti abbiano sversato illegalmente 2.371 tonnellate di rifiuti speciali liquidi nel sistema fognario o li abbiano dispersi in luoghi non specificati. A seguito di questi atti, centinaia di F.I.R. falsificati (Formulario Identificativo Rifiuti) sono stati utilizzati per attestare la regolarità dello smaltimento al fine di ottenere il corrispettivo previsto dagli appalti.

Inoltre, durante le indagini, è emerso un rapporto di corruttela tra il 53enne e un dirigente dell’A.T.E.R. di Roma, che è stato destinatario degli arresti domiciliari. Gravi indizi hanno evidenziato due episodi di corruzione, in cui il dirigente pubblico ha ricevuto 8.000 € in contanti e il denaro utilizzato per l’acquisto di una motocicletta del valore di 23.251 €. Questi pagamenti illeciti erano in cambio di un illegittimo pagamento di un S.A.L. (Stato Avanzamento Lavori) del valore di € 233.582 a favore della società sottoposta a sequestro preventivo.

Il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari, e per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza.

NB: immagine di archivio


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