“Il silenzio grande” e le sue conseguenze sentimentali descritte con ironia e sagacia

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Titolo: Il silenzio grande

Regia: Alessandro Gasmann

Soggetto: Maurizio De Giovanni

Sceneggiatura: Maurizio De Giovanni, Alessandro Gasmann, Andrea Ozza

Musiche: Pivio e Aldo De Scalzi

Produzione Paese: Italia, Polonia, 2021

Cast: Massimiliano Gallo, Margherita Buy, Marina Confalone, Antonia Fotaras, Emanuele Linfatti, Roberto De Francesco, […]

Alessandro Gasmann, alla sua quarta prestazione come regista, dirige il film Il silenzio grande, trasposizione al cinema dell’omonima piece teatrale di Maurizio De Giovanni. La vicenda narrata si svolge presso la lussuosa ma ormai fatiscente Villa Primic, a Napoli, che è stata posta in vendita dalla signora Rose (Margherita Buy) perché è ormai oberata dai debiti, che devono essere evasi per mantenere alto il prestigio della famiglia. Tale amara decisione è condivisa dal figlio Massimiliano (Emanuele Linfatti) e, anche se a malavoglia, dalla figlia Adele (Antonia Fotaras), ma assolutamente rifiutata dal marito, lo scrittore Valerio (Massimiliano Gallo), chiuso perennemente nel suo studio, tetro e polveroso, stracarico di libri sistemati dal basso verso l’alto secondo omogeneità emotiva crescente, che ha il conforto e la stima della governante Bettina (Marina Confalone): voi avete un’immaginazione perpetua, non si può dicere una parola ca subito partite con la fantasia.

Da quella spiacevole decisione deriva una diatriba che vede da una parte moglie e figli concordi e dall’altra, assolutamente in disaccordo, Valerio, che scoprirà gradualmente di non aver mai conosciuto la moglie Rose, che lo accusa di essersi isolato nella sua biblioteca tra i libri, i dannati stramaledetti libri, tutti chiusi qua dentro con la puzza di carta vecchia di un mondo che non esiste più, trascurando lei e i figli; di non aver giammai capito l’essenza della personalità del figlio Massimiliano il quale, sfogliando il libro di poesie di Garcia Lorca, ne cita il silenzio, vetro appannato di sorrisi, di parole …, e dichiara al padre di essere omosessuale come lo era il poeta perché le persone assomigliano ai libri; e, infine,  di non aver veramente compreso la figlia Adele che gli confessa senza mezzi termini di essere rimasta incinta in seguito alla relazione con un attempato professore universitario. E da questi incontri-scontri Valerio scopre anche di non conoscere neppure se stesso, come gli confessa Bettina – vera anima vivente della casa -, che, immaginata come una diva del cinema muto, gli rimprovera il silenzio che lui, isolandosi nel suo studio per scrivere, ha mantenuto nei confronti dei suoi familiari: il silenzio è una brutta malattia comincia piano e poi cresce fino a farsi silenzio grande.

Il silenzio grande – sostiene il regista – è un film di luci e ombre, di silenzi e di esplosioni di parole, di risate, visioni, angosce, dove tutti parlano e nessuno veramente ascolta. In contrapposizione a quel che scriveva sul silenzio Giacomo Leopardi nello Zibaldone: il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore (anche nei momenti dolci), dell’ira, della maraviglia, del timore.

Dalla scenografia tenebrosa e polverosa e dai dialoghi coinvolgenti del film emerge con forza quella legge, nota come legge di Hume, che sancisce il dilemma dell’essere e del dover essere, secondo il quale non c’è coincidenza tra ciò che è (i fatti) e ciò che deve essere (i valori, in questo caso, corrispondenti all’essere padre, all’essere moglie, all’essere figli), catalizzata soprattutto sia dalla presenza di un genitore molto ingombrante per i figli a causa della sua nomea, della sua popolarità e della sua grandezza di scrittore, sia dal suo perenne silenzio che, attraverso una serie di silenzi piccoli, diventa così grande da diventare insopportabile.

Intriso di ironia napoletana e di sagacia interpretativa, Il silenzio grande è uno di quei film che esplora l’animo umano e che lascia stupire, ed è da non perdere per la connessa profondità dei contenuti sentimentali e passionali e perché porta a discutere e riflettere sull’essere genitore e sul rapporto padri-figli, e,  anche e soprattutto, perché suscita continue emozioni crescenti man mano che lo si guarda e lo si ascolta.

Il silenzio grande è stato presentato alla 18^ edizione della Giornate degli autori della 78^ Mostra del Cinema di Venezia 2021.

Filmografia

Di padre in figlio (1982, diretto con il padre Vittorio), Razzabastarda (2013), Torn – Strappati (2015), Il premio (2017).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).