Annibale Carracci (Bologna 1560 – Roma 1609) fu un pittore italiano rinascimentale. Fratello di Agostino e cugino di Ludovico, è la personalità più brillante del gruppo dei Carracci che proposero da Bologna una fondamentale linea di rinnovamento della pittura, reagendo all’esaurimento della cultura manieristica in nome del ritorno alla natura e alla storia; studio del vero e rimeditazione dell’opera dei grandi maestri del ‘500 sono alla base di questa tendenza innovativa che avrà grandi conseguenze nella pittura del ‘600; essa si esprime nell’attività dell’Accademia fondata dai Carracci a Bologna (Accademia dei Desiderosi, 1582; poi, dal 1590 degli Incamminati) e si realizza dapprima in una serie di decorazioni ad affresco condotte in comune nella stessa Bologna su temi mitologici e letterari.
Nella vicenda di Annibale, il distacco dalle radici tardo-manieriste del suo apprendistato si delinea nella scelta di temi popolareschi affrontati con vigoroso naturalismo come nella Bottega del macellaio o nel Mangiafagioli e nella inedita freschezza con cui tratta temi sacri come il Crocifisso per San Nicolò a Bologna definendosi attraverso i viaggi in Toscana, a Parma, a Venezia, tra il 1583 e il 1586, che ampliano la sua formazione culturale e precisano i suoi orientamenti artistici indirizzandolo verso una pittura eloquente e di saldo impianto compositivo.
Annibale raggiunse la piena maturità dei suoi mezzi espressivi con l’abbandono dell’ambiente bolognese diventato per lui ormai angusto, e il trasferimento a Roma. Qui, dove fu chiamato nel 1595 da Odoardo Farnese, la trepida poesia che pervadeva le opere degli anni precedenti si trasforma in aulica idealità che si innesta felicemente sul dato di natura: l’obiettivo è quello di una colta bellezza, antica e insieme rinascimentale, nelle forme di Raffaello e di Michelangelo.
Il suo ruolo di innovatore e di anticipatore degli orientamenti delle generazioni successive si conferma nelle opere degli ultimi anni, in particolare nell’intenso patetismo di alcune Pietà come quelle del museo di Capodimonte a Napoli e della National Gallery di Londra.

Ludovico Carracci
Ludovico Carracci (Bologna 1555-1619) fu un pittore italiano. Della formazione del più anziano esponente della famiglia Carracci si hanno scarse notizie: più che gli ipotetici alunnati presso P. Fontana, C. Procaccini o il Passignano, dovettero essere determinanti per lui i soggiorni a Firenze, Parma, Mantova, Venezia.
Quando egli appare nella prima impresa sicuramente databile, gli affreschi di palazzo Fava a Bologna insieme ai cugini Annibale e Agostino, sono già maturati per i tre artisti i comuni intenti che si concretarono nella fondazione dell’accademia. In questa operazione Ludovico dovette avere un ruolo fondamentale, sia nel programma di superamento delle forme manieristiche sia, e in particolare, nello sforzo di rinnovamento della pittura religiosa secondo gli orientamenti post-conciliari che chiedevano all’arte sacra di svolgere un compito di moralizzazione e di stimolo devozionale, orientamenti che erano espressi a Bologna dalle parole e dagli scritti del cardinal Paleotti.
L’intima e devota umanità di Ludovico si esprime precocemente nella semplice ed equilibrata composizione dell’Annunciazione per rinvigorirsi con toni di più intenso patetismo e di persuasiva eloquenza nelle opere successive.
A parte un breve soggiorno a Roma nel 1602, dove lo chiamò Annibale, soggiorno che lo stimolò a una più stretta ma temporanea adesione al classicismo, l’attività di Ludovico si svolse prevalentemente in patria e nell’area emiliana dove fece scuola a una schiera di allievi, molti dei quali lavorarono con lui agli affreschi del chiostro di San Michele in Bosco.
La sua vena patetica e commossa prosegue nelle opere dell’ultimo periodo dalle grandi tele con i Funerali della Vergine e gli Apostoli al sepolcro all’Adorazione dei Magi, all’affresco con l’Annunciazione per l’arco trionfale del Duomo di Bologna.

Guglielmo Guidi
Ricercatore e storico dell’arte


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