LATINA – Scriviamo la presente nota, per richiamare, ancora una volta, l’attenzione dell’opinione pubblica su quanto accaduto in relazione al “Concorso pubblico per titoli ed esami, er la copertura a tempo indeterminato di n. 70 posti di assistente amministrativo – Cat. C, in forma aggregata tra la ASL di Frosinone, la ASL di Latina, la ASL di Viterbo e la ASL Roma 3”, indetto con bando sul sito aziendale della ASL di Latina, Sezione “Avvisi e Concorsi”, in data 27.11.2019.

Abbiamo superato le prove di tale concorso (scritta; pratica ed orale) tra la fine di dicembre 2020 e il febbraio 2021 (in piena emergenza sanitaria), con regolare votazione pubblicata sul sito aziendale ASL Latina.
In data 17.02.2021, su tale sito, veniva pubblicato un ulteriore avviso con il quale la ASL Latina comunicava di dover espletare la prova orale per i candidati risultati positivi al SARS Cov2, non avendolo i medesimi (in numero estremamente esiguo) potuto sostenere nelle precedenti date.

Dopo quell’avviso, la ASL Latina ha risposto alle richieste di informazioni da parte nostra (laddove praticamente ciascuno di noi ha provato a chiedere informazioni, sia con contatto telefonico, sia tramite pec), con una sola ed univoca versione, ovvero che l’ente attendeva di fissare la data per la prova orale dei candidati positivi (da ultimo comunicazione via pec del 16.04.2021).
Abbiamo, quindi, scritto alla Direzione Generale ASL Latina, con comunicazione trasmessa via pec in data 14.04.2021, ma non abbiamo ottenuto risposta, se, non, per l’appunto, la delibera n. 491 del 29.04.2021, con la quale l’azienda sanitaria locale decideva di revocare il concorso.

Nessun accenno a noi idonei, se non un velato invito ad accettare questa determinazione, senza rimostranza alcuna, dacchè non avremmo diritto neppure ad una forma di indennizzo.
Tutti noi abbiamo deciso, unanimemente, di impugnare l’atto e di ottenere giustizia per tutelare le nostre legittime ragioni avanti le competenti autorità, atteso che nessuno ha interesse all’indennizzo e/o risarcimento.
Noi abbiamo interesse ad essere inseriti nella graduatoria che la ASL di Latina avrebbe dovuto pubblicare, avendo completato tutte le fasi del concorso.
Ci preme richiamare l’attenzione sulla condotta dell’azienda sanitaria, che rimanda ai principi di legalità, imparzialità e trasparenza dell’azione amministrativa, pur avendo, di fatto, calpestato il diritto legittimo di ciascuno di noi a vedersi riconosciuto un posto in una graduatoria pubblica per un lavoro a tempo indeterminato.

Non comprendiamo come un ente pubblico possa non solamente ignorare i diritti di quasi 300 persone, le quali hanno regolarmente superato le prove di un pubblico concorso, bensì intenda rieditare il medesimo concorso, di fatto impegnando risorse pubbliche per una procedura identica a quella già conclusa, che ha avuto sicuramente costi ingenti, già sostenuti sempre con risorse pubbliche.

In questo tempo di crisi economica globale, per la purtroppo nota situazione epidemiologica, nella quale i nostri governanti richiamano, quotidianamente, l’attenzione alla necessità di utilizzare le risorse pubbliche con estrema oculatezza, soprattutto in ambito sanitario, la ASL di Latina si consente di revocare un concorso pubblico per rieditarne un altro identico.

A noi non interessa la querelle politica, a noi interessa il lavoro e interessa, soprattutto, che i soldi pubblici, che sono anche nostri (perché alimentati dagli oneri fiscali ai quali tutti contribuiamo, anche con i nostri lavori precari e instabili), non vengano spesi senza giustificate ragioni e vengano utilizzati per obiettivi di crescita, soprattutto per la tutela della salute pubblica.
Ogni ente pubblico dovrebbe essere una Casa di Vetro, come il legislatore ha inteso nelle riforme che si sono succedute nel tempo (in primis la L. n. 241/1990).

Noi non abbiamo ricevuto alcun riscontro dalla DG della Asl di Latina, la quale non ha ritenuto di fornire riscontro alla nostra del 14.04 u.s., ritenendo, forse, che la delibera pubblicata il 29.04.2021 fosse una risposta indiretta alle nostre istanze. Non è così!

Abbiamo rappresentato le nostre doglianze anche al Ministero della PA, oltre che al Presidente della Regione Lazio e all’Assessore alla Sanità della Regione Lazio.
Continueremo a chiedere il riconoscimento delle nostre ragioni, perché tutti noi, fino a prova contraria, abbiamo superato onestamente le prove che ci sono state somministrate.


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