Costa Concordia, De Gregorio: “Le vittime potevano essere salvate, Schettino doveva rimanere a bordo”

Il comandante torna a parlare a quasi 10 anni dalla tragedia

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GENOVA – A quasi 10 anni di distanza l’episodio la Costa Concordia continua a far parlare di se.

Solo qualche giorno fa, il comandante Gregorio De Falco, intervistato dal Secolo XIX, è tornato sull’argomento non risparmiando Francesco Schettino, considerato massimo responsabile della tragedia: “Ho pensato che quell’uomo credesse di parlare con qualcuno che, essendo lontano, non sapesse nulla della situazione. Non aveva cognizione di come si fanno i soccorsi. Certo, io non ero lì, ma i miei occhi erano quelli delle motovedette, degli elicotteri. Un comandante non può trovarsi in quella situazione”.

De Gregorio lo dice chiaramente, il comandante Schettino mentre si consumava la tragedia davanti all’isola del Giglio, poteva, e doveva, tornare a bordo: “Schettino avrebbe potuto chiedere di risalire a bordo in vario modo. Si poteva salire. Il suo errore più grande è stato quello di non avere dato subito l’ordine di abbandonare la nave. Se una nave come la Concordia ha tre compartimenti contigui allagati, vuol dire che affonderà. La Concordia aveva tre compartimenti contigui allagati, doveva essere ritenuta nave morta e abbandonata fin dall’inizio. Probabilmente in questo modo tutti si sarebbero salvati”.


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Livornese classe ‘99, mesi fa ho coronato il mio sogno diventando giornalista pubblicista. Ho già collaborato con diverse testate occupandomi di sport, la mia prima passione. Nel tempo libero amo leggere, informarmi e viaggiare.