Ferite Ancora Aperte di Paolo Mieli

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FERITE ANCORA APERTE, IL NUOVO SAGGIO DI PAOLO MIELI PER CAPIRE IL PRESENTE

di Giacomo D’Ambrosio

Capire il passato per capire il presente. È l’analisi storica ricostruita e decostruita da Paolo Mieli in ” Ferite ancora aperte. Guerre, aggressioni e congiure ” (Rizzoli, pagg. 304, euro 18,50). Il saggio si apre con una data: il “21 febbraio 2022”, l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. Per poi andare a ritroso nel tempo, riaprendo così lacerazioni mai rimarginate. Da Pietro il Grande a Hitler, da Tucidide a Cesare, da Cosimo de’ Medici a Federico di Svevia, da Napoleone alle congiure e cospirazioni che fecero l’Italia. “Le ferite del passato non si cicatrizzano mai. – scrive Paolo Mieli- Niente può considerarsi definitivo per quel che attiene alla guarigione, più o meno apparente, dalle lesioni prodottesi anni, decenni, secoli, addirittura millenni fa”.

Ecco, che lo storico e giornalista, ex direttore de ” La stampa” e del ” Corriere della sera”, ci conduce alla ricerca di quelle lesioni del passato che ancora oggi fanno sentire le proprie conseguenze. Lesioni che, sempre secondo Mieli, “se tenute sotto sorveglianza sono parte della salute dell’umanità. Servono a farci capire che i problemi non si risolvono mai una volta per tutte. Si ripresentano, spesso in modo tale da apparire nuovi, laddove invece sono nient’altro che una riproposizione di antichi traumi. Traumi che abbiamo conosciuto, affrontato, in un certo senso risolto. Facendo però poi l’errore di dimenticarcene”.

Insomma, Paolo Mieli cerca di fare chiarezza su eventi vicini e lontani, smontare i pregiudizi che hanno accompagnato la tradizione ormai consolidata di certi fatti storici.  D’altronde, è compito della storia e dello storico ricordarci che i fatti del passato, all’apparenza così lontani, ci riguardano da vicino. “Sono ferite- si legge in chiusura- inferte a noi stessi. Anche se, in gran parte dei casi venuti al mondo. Ferite di cui è utile che ogni generazione si prende cura”.


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