“La mobilità sostenibile? Solo uno slogan”

L'intervento di Gabriele Casarosa dell'ufficio trasporti della Provincia: "Alla Cepparello consiglio di arrendersi"

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LIVORNO – Traffico e Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums),
l’amministrazione targata Salvetti punta forte sulla cosiddetta “mobilità dolce” e l’assessora Giovanna Cepparello promuove a gran voce il progetto.“Sono solo degli slogan e le ciclabili a Livorno vengono costruite in punti residuali, un po’ dove capita, e vengono fatte tanto per fare qualcosa” A pensarla così è Gabriele Casarosa, 60 anni, livornese, ingegnere civile specializzato sui trasporti, una lunga carriera a Milano come progettista, a Pistoia alla Breda per le costruzioni ferroviarie e adesso il lavoro a Livorno come consulente. Le sue posizioni riguardo il concetto di mobilità sostenibile che a Livorno è stato adottato con convinzione (Pums), sono assai note. Come i suoi interventi sulla carta stampata cittadina e i suoi libri, l’ultimo “Verso una mobilità razionale” uscito l’anno scorso. “All’assessora Cepparello consiglierei di arrendersi, che lo voglia o no, nessuno rinuncia alle proprie abitudini. In Italia e anche a Livorno vogliamo copiare quello che fanno nel resto d’Europa ma senza spendere un euro. Vogliamo la mobilità sostenibile e non investiamo in infrastrutture. E mi spiego: il viale Italia è giusto che abbia una ciclabile come tutti i lungomare ma è assurdo che ci si costringa a litigare con i pedoni e con i runner e non ci si renda conto che il vero nemico dei ciclisti non è neanche l’auto ma lo scooter. Sul viale Italia erano pochi sei metri per la passeggiata. Adesso sono quattro. C’è poco spazio, la gente dove va a fare la passeggiata? Il viale Italia è una strada interquartiere e avrebbe bisogno di attraversamenti sottoterra per permettere un equilibrio ma costano diversi soldi e nessuno ha voglia di spenderli. Un altro caso che dimostra di come non esista una pianificazione insieme ai progetti attuati è la ciclabile sugli Scali Novi Lena che restringe la carreggiata e imbottiglia il traffico di Borgo dei Cappuccini, tanto che non ci passano più neanche le ambulanze. Il traffico funziona come un sistema idraulico e senza infrastrutture il sistema non funziona”. Traffico in Borgo dei Cappuccini e Scali Novi Lena, tasto assai dolente, che va ad accendere un altro punto sensibile, le tante rotatorie che vanno dal ponte Santa Trinità a piazza Mazzini, anche trenta minuti di traffico o più per fare circa cinquecento metri. Rotatorie che sono state costruite nel 2017 sotto l’amministrazione Nogarin: “Le rotatorie a Livorno sono tutte irregolari, l’unica in regola e di poco è quella di via dei Pensieri”. L’ingegner Casarosa prende la biro in mano e spiega il perché facendo uno schema: “Le rotatorie innanzitutto devono essere costruite dove i rami stradali che vi confluiscono hanno tra di loro una quantità di traffico equivalente. Questa è la prima cosa che non torna di queste rotatorie. Secondariamente il diametro della rotatoria deve essere proporzionale al traffico che la percorre e viene calcolato attraverso un’equazione matematica. Le rotatorie costruite nel 2017 hanno tutte un diametro inferiore del legale e la dimostrazione sono gli ingorghi provocati e se ci fate caso i bordi consunti all’altezza delle intersezioni. Un’altra rotatoria irregolare è quella doppia di Barriera Margherita: gli autobus dovrebbero sostare minimo ad otto metri per legge dalle rotatorie mentre lì ce n’è una piazzata in mezzo, figuriamoci. A Livorno le rotatorie vengono fatte dove c’è posto e perché vanno di moda, con la scusa della sicurezza. Ma a che prezzo?”. Bandi e Pnnr, opere di riqualificazione e lavori che non partono mai. Per Casarosa il difetto sta nell’assenza di una pianificazione per opere così impattanti e così durature nel tempo:“Per fare un esempio è come vedere un malato che si fa la tac dopo aver speso un mare di soldi per essere operato, oppure per fare un altro esempio è come vedere quel tizio che cerca di mangiare otto pizze in una sera, non ci riuscirà mai. Se va bene, per i progetti più importanti i soldi arrivano da Roma, oppure ancora da più lontano, a pioggia, e i soggetti attuatori sono troppo distanti da chi eroga i bandi, inoltre non ci sono i tempi necessari. Prendiamo la riqualificazione dell’area mercatale, le baracchine di piazza Cavallotti dovrebbero andare al secondo piano del mercato centrale e la piazza andrebbe pedonalizzata, invece il progetto prevede baracchine più alte, addirittura dei funghi che quasi vanno a coprire la struttura del mercato che è un bene architettonico inestimabile e ne sarà oscurata la vista. Invece si è pensato di pedonalizzare piazza Dante e il progetto è addirittura di un architetto che niente ha a che vedere come competenza con la mobilità. Si va a pedonalizzare piazza Dante con lo spostamento del capolinea degli autobus che mette a rischio sovrapposizione il traffico dei passeggeri in uscita verso lo scalo ferroviario e si prevede la cancellazione di un viale alberato e di uno spazio verde. Un progetto datato 2016 che non è mai partito e che costa circa 2 milioni di euro e farà perdere 80 posti auto e 100 per gli scooter, per la nostra stazione che è la più lontana dal centro città d’Italia, con i suoi 1,7 chilometri da piazza della Repubblica. Se non erro all’epoca il riferimento era il bando periferie di Renzi” Di recente si è tornato a parlare del Lotto Zero dell’autostrada tirrenica, “un’opera che resta una priorità per liberare il Romito” ha dichiarato il sindaco Luca Salvetti. Casarosa è perentorio: “Non si farà mai ed è sicuro. Basta chiedere al presidente della Regione. È irrealizzabile a livello programmatico perché le autostrade prevedono due gallerie di emergenza ai lati che in zona Chioma e Calignaia andrebbero a tagliare la costa in due e praticamente non si potrebbe più fare il bagno. Chi sostiene quest’opera non ha neanche guardato il progetto, la costa è vincolata a livello ministeriale e il Lotto Zero quindi non si farà mai. La valutazione ambientale e progettuale di Anas lo rende impossibile. Addirittura il progetto sarebbe di riportare il Romito a strada bianca, ovvero sterrato, con una ciclabile a lato. E per togliermi un altro sassolino dalle scarpe, visto che vado al mare a Calignaia, vorrei sottolineare il fallimento della linea 20, sempre deserta, tutti soldi buttati via” Il bando per la riqualificazione di via Grande è andato deserto, ma il progetto è comunque sbagliato secondo Casarosa: “Il nodo sono i parcheggi e gli autobus. Da quando in piazza Grande è stata tolta la stazione dei mezzi pubblici si è dovuto mettere le fermate lungo l’asse viario creando ingorghi e sovrapposizioni di mezzi a causa di poche decine di stalli blu sul lato destro che andrebbero tolti. Le fermate dovrebbero essere solo tre, in piazza Guerrazzi, piazza Grande e piazza Colonnella. Gli autobus sono responsabili del 40 per cento dell’inquinamento da traffico veicolare, dove sarebbe la mobilità sostenibile? Se non si cambia l’alimentazione dei mezzi che sono quasi tutti a gasolio i portici di via Grande saranno sempre sporchi e inquinati. Metropolitana, tram elettrici, sono tutti progetti inutilizzabili perché c’è una carenza di utenza. Ma non per questo Livorno deve essere trattata come una piccola città, dobbiamo rapportarci a progetti per città di dimensioni medie, come Brescia ad esempio, e non prendere a riferimento città delle dimensioni di Piombino. C’è bisogno di infrastrutture per una mobilità veramente sostenibile che non sia semplicemente uno slogan. Livorno era la città perfetta, purtroppo dopo la ricostruzione post bellica si è complicata la vita…”

Gabriele Casarosa

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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.