“L’ordine del tempo”, un film della Cavani che affronta “filosofisicamente” il problema del tempo e la sua distorsione

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Titolo: L’ordine del tempo

Genere: filosofo-fisico, drammatico

Durata: 112 min

Regia: Liliana Cavani

Soggetto: Carlo Rovelli (dal saggio omonimo edito da Adelphi, 2017)

Sceneggiatura: Liliana Cavani, Paolo Costella, Carlo Rovelli)

Musiche: Vincenzo Cahay

Produzione Paese: Italia, Belgio, 2023

Cast: Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Kseniya Rappoport, Richard Sammel,Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, Mariana Tamayo, Alida Calabria, Angela Molina, […]

“L’ordine del tempo” è il film più recente di Liliana Cavani (classe 1933) che narra  la vicenda vissuta da un gruppo di amici invitati da Pietro, medico (Alessandro Gassmann) e Elsa, avvocato (Claudia Gerini) per festeggiare il cinquantesimo compleanno di lei, nella loro villa sulla spiaggia di Sabaudia alla pendice della torre Paola. Il livello culturale dei componenti del gruppo è abbastanza elevato e ciò che tra di loro predomina è la cultura classica, esattamente quella dell’antica Grecia, che gli ha permesso di proseguire gli studi universitari secondo le proprie aspirazioni: Enrico (Edoardo Leo) è un fisico teorico e lo è pure Giulia (Francesca Inaudi), Paola (Kseniya Rappoport) è una docente universitaria di storia, Greta (Valentina Cervi) è un’insegnante di scienze, Jasmine (Angeliqa Devi) è una giornalista, Viktor (Richard Sammel) è un broker, Jacob (Fabrizio Rongione) è uno psicanalista; a loro si aggiungono Anna (Alida calabria), figlia di Pietro e Claudia, studentessa del liceo classico, e  Isabel (Mariana Tamayo), collaboratrice domestica peruviana. E poi c’è suor Raffaella (Angela Molina), monaca Clarissa, che si relaziona nel suo luogo di culto, l’abbazia di Fossanova, con Giulia, amica e collega di corso universitario di Fisica. Mentre si svolge la festa, in un preciso momento, la gioia viene scompigliata in quanto i convitati apprendono che un asteroide interstellare, chiamato Anaconda, dopo aver vagato per milioni di anni per la Via Lattea ha incontrato casualmente il sistema solare, e si sta dirigendo a fortissima velocità (un terzo della velocità della luce) verso la Terra, su cui impattando determinerebbe l’estinzione del genere umano, così come avvenne molto milioni di anni addietro per i dinosauri. Da quel momento l’atmosfera allegra improvvisamente muta e cambiano pure le loro relazioni affettive, la concezione del tempo che influisce anche sui sentimenti individuali e anche se si verifica il momento giusto (kairos), in cui tutti entrano in risonanza grazie alle note e ai versi della bella canzone Dance me to the end of love (Ballami fino alla fine dell’amore) cantata da Leonard Cohen. Al termine di quel brano musicale trascinante il loro sentire si rivolge alla paura, vi compaiono i primi sintomi di panico e si incomincia a delineare la consapevolezza certa che da lì a breve saranno estinti, e rimangono increduli quando non trovano le risposte che vorrebbero dalla scienza scoprendo che, invece, essa è fondata sul dubbio e sulla probabilità. Pensiamo di avere un tempo infinito, a un certo punto di colpo ci accorgiamo che non ce n’è più… di tempo – dice Giulia rivolgendosi a tutti. Si rendono conto, allora, che possono esplicitare tutte le loro verità nascoste all’interno dei rispettivi rapporti di coppia, tanto ormai non c’è più scampo anche se il tempo per ciascuno di loro scorre diversamente: ad alcuni sembra eterno (aion), ad altri appare come distruttore di tutto (kronos).

Ebbene L’ordine del tempo, tratto dal famoso saggio di Carlo Rovelli, viene diretto da Liliana Cavani che, come avviene per tutti coloro che solcano la soglia dei settanta-ottantanni, ha scelto, dopo ventuno anni, di affrontare con acutezza questo tema rendendosi conto che il tempo che rimane ancora da vivere non avrà la stessa durata di quella trascorsa. E porta lo spettatore a chiedersi spontaneamente: ma dove è andato a finire il tempo trascorso? E questo tempo è reale o irreale dato che finora non c’è stato nessuno che lo abbia afferrato? Lo stesso sant’Agostino ne Le confessioni si pone le seguenti domande: Dove finisce il presente quando diventa passato? E dov’è il passato quando termina ogni sua rivelazione? Quello che chiamiamo presente non esiste e metaforicamente esso potrebbe essere assimilato ad una porta aperta attraverso cui ogni istante del futuro diventa passato, passato che si manifesta alla mente confuso tra  la realtà e l’irrealtà.

In effetti, le diverse tematiche connesse al film risultano per certi versi talmente astratte per lo spettatore, digiuno delle teorie scientifiche moderne (teoria della relatività o meccanica quantistica), che i concetti tradizionali acquisiti tra i banchi di scuola gli risultano non più adatti a comprendere effettivamente la realtà fisica (non fantascientifica) che gli viene presentata. Comunque la visione del film risulta molto gradevole e ben accetta dallo spettatore, che viene incuriosito dal modo semplice e comprensibile con cui la narrazione viene esplicitata. Nel film, grazie ad una sceneggiatura scorrevole, si evidenziano una serie di architravi socioculturali di grande interesse: uno tra il mithos (nella prima scena quando Elsa, con il Rocci aperto sul tavolo, spiega alla figlia Anna il vari significati del “tempo” nell’antica Grecia: Kronos-il tempo cronologico, Kairos–il momento giusto, Aion-il tempo eterno e Eniautos-il tempo annuale) e il logos esplicitato dai fisici teorici presenti alla festa; un altro tra la cultura classica e la cultura moderna, senza il quale non si potrebbe comprendere fino in fondo il lavoro dello scienziato e l’evoluzione storica del pensiero scientifico; un altro ancora tra sentimento e ragione, tra umanesimo e scienza, senza il quale sarebbe difficile interpretare quel che succede intorno a ciascuno di noi e nel mondo; un altro tra la fede e la scienza che pur divergenti nella loro convinzione, in quanto l’una si basa sul dogma, sulla certezza e porta l’individuo passivamente a non arrendersi ai malanni attraverso la preghiera, e l’altra si fonda ostinatamente senza mai arrendersi sulla continua ricerca della verità attraverso un procedimento fondato sul dubbio; e, infine, il rimanente architrave è quello tra fisica e filosofia necessario per avviare ai fini educativi il processo di aggregazione delle due culture – umanistica e scientifica – in un’unica cultura (terza cultura) al fine di fare acquisire uno strumento più efficace per una migliore comprensione del mondo. Quel che in sintesi il film induce a far comprendere allo spettatore è che nella continua lotta tra noi e il mondo bisognerebbe assecondare il mondo, come sosteneva Franz Kafka e, al tempo stesso, bisognerebbe far prevalere sempre l’amore, quell’amore dantesco che move il sole e le altre stelle.

In occasione della LXXX edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia viene celebrata la novantenne Liliana Cavani con il Leone d’Oro alla carriera, e con la presentazione Fuori Concorso del film L’ordine del tempo, che segna il ritorno della regista sul grande schermo con grande bellezza

Filmografia

Francesco dìAssisi (1966), Galileo (1968), I cannibali (1970), L’ospite (1972), Milarepa (1974), Il portiere di notte (1974), Al di là del bene e del male (1977), La pelle (1981), Oltre la porta (1982); Interno berlinese (1985), Francesco (1989), Dove siete? Io sono qui (1993), Il gioco di Ripley (2002).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).