“Un altro giro”, un film sull’esistenzialismo e sul suo superamento la cui energia prorompente fa sorridere alla vita

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Titolo: Un altro giro

Titolo originale: Druk

Regia: Thomas Vinterberg

Sceneggiatura: Tobias Lindholm, Thomas Vinterberg

Produzione Paese: Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, 2020

Cast: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang, Lars Ranthe, Maria Bonnevie, Helene Reingaard Neumann, […]

Già dall’incipit del film Un altro giro, che riporta una citazione del filosofo danese esistenzialista Søren Kierkegaard «Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno», si colgono l’evanescenza, l’estraneità dal mondo, l’insensatezza e l’assurdità della vita vissuta, la solitudine, l’angoscia, il vuoto interiore  che caratterizzano la condizione umana. Condizione umana che emerge dallo svolgersi della vita dei protagonisti del film, Martin (Mads Mikkelsen), Tommy (Thomas Bo Larsen), Nikolaj (Magnus Millang) e Peter (Lars Ranthe), quattro amici che insegnano nella stessa scuola, e che non trovano soddisfazione nel lavoro che svolgono e non riescono a stimolare gli studenti. Martin, docente di storia, non solo non riesce a infondere armonia nella propria famiglia, tant’è che la moglie preferisce nel proprio lavoro i turni di notte per evitare di incontrarlo il più possibile, ma entra anche in crisi profonda nel momento in cui viene contestato dai suoi studenti, perché non riesce a non avere autostima e a non sapere quello che deve fare. Il suo scoramento è profondo finché, una sera, Nikolaj, alla festa del suo quarantesimo compleanno, vedendolo silenzioso e cupo, per creare partecipazione attiva e ilarità, cita la teoria dello psichiatra norvegese Finn Skårderud, secondo cui quando l’uomo nasce ha un deficit del livello alcolico nel sangue pari a 0,05 % che sta alla base della depressione e della scarsa capacità di relazionarsi. Nel contempo, cita uomini politici famosi, che facevano uso di alcool nella loro azione di governo, tra cui il cancelliere tedesco Konrad Adenauer e il primo ministro inglese Winston Churchill, oppure grandi scrittori come Ernest Hemingway per redigere romanzi magnifici. Martin, prendendo sul serio tale ipotesi, al fine di trovare la spinta necessaria per cambiare modo di insegnare e anche di vivere, incomincia a bere bevande alcoliche moderatamente, e si accorge poco tempo dopo che i rapporti con gli studenti e con la moglie migliorano sensibilmente.

Allora si rende conto che per superare lo stato di angoscia dell’uomo – che il filosofo Kierkegaard chiamava vertigine della libertà –, il quid sta nell’aumentare la dose dell’alcool e che la teoria di Skårderud risulta valida. Ciò lo porta a confidarsi con i suoi tre amici, i quali colgono pienamente i risultati della sua prova, e mettono in pratica con piacere quel che Martin gli ha riferito, ottenendo anche loro soddisfacenti esiti inaspettati. Quella quantità di alcool ingerito libera la mente dalle costrizioni sociali imposte dai pregiudizi, dalle consuetudini e dagli stereotipi e, quindi, rende sciolta la personalità di ognuno di loro rendendoli euforici e disinibiti. La loro vita di colpo cambia decisamente. Tuttavia, questa pratica nel tempo risulta pericolosa perché li porta ad aumentare la dose alcolica e quindi ad ubriacarsi. Da ciò si potrebbero verificare fatti molto spiacevoli e anche funesti come del resto avviene. Questo film è energeticamente audace in quanto il regista affronta il problema ostico dell’alcool, il cui eccesso non solo rende dipendente chi lo usa come una comune droga, ma può portare anche alla morte. Dal punto di vista chimico, infatti, bisogna sapere che l’andatura vacillante, la confusione mentale e quella visiva, il vomito, il mal di testa e la nausea sono causati dalla produzione dell’acetaldeide, sostanza ottenuta nel fegato dall’ossidazione dell’alcool etilico ingerito; composto questo che è contenuto in tutte le bevande come birra, vino e vari distillati (grappa, whisky, gin, brandy, rum, tequila, vodka, ecc.). L’acetaldeide, sostanza catalogata anche come cancerogena, infatti, causa la sintesi di un precursore della morfina, la tetraidropapaverolina.

Il titolo di questo coinvolgente ed emozionante film, Un altro giro, che allude a riempire il bicchiere per rifare ancora un’altra sorsata, è una metafora che riflette e supera il pensiero del filosofo Kierkegaard: nella vita di fronte a diverse possibilità bisogna cogliere quella che ci si presenta ma che, nel contempo, ci proietta verso la felicità e ci aiuta a rendere il sogno realtà, come quando un uccello ha la possibilità di uscire dalla gabbia e di prendere il volo in piena libertà.

Un altro giro ha ottenuto il Premio Oscar 2021 per il Miglior film in lingua straniera, 4 premi all’European Film Awards 2020, il Premio Cesar 2021 e il  Premio BAFTA 2021 per Miglior film straniero.

Filmografia

De største helte (1996), Festen – Festa in famiglia (1998), The Third Lie (2000), Le forze del destino (2003), Dear Wendy (2005), Riunione in famiglia (2007), Submarino (2010), Il sospetto (2012), Via dalla pazza folla (2015), La comune (2016), Kursk (2018).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).