LATINA- “ Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui” (Lv 19,17; cf. anche Sir 19, 13-17).
Mi permetto d’introdurre un pensiero non citando, bensì lasciando che parli l’Antico Testamento, nello specifico i libri del Levitico e del Siracide.
A proposito del video rap inneggiante al clan Travali si è scritto molto. Le istituzioni, segnatamente sua Eccellenza il Prefetto ed il Sindaco, hanno valutato con la giusta gravità un episodio che non può essere derubricato al travaglio quasi fisiologico che attraversa la gioventù. Nemmeno lo si può interpretare quasi fosse un grido di dolore o di aiuto rivolto ai “grandi”. Molto più banalmente, atteggiamenti del genere, descrivono assai bene un humus (sub) culturale nel quale, purtroppo, questa gioventù si è andata formando riproducendone atteggiamenti, linguaggi, chiavi interpretative del mondo.
Questo non significa, naturalmente, che quei ragazzi immortalati nel video siano perduti una volta per sempre. Al contrario, a loro va rivolta una “correzione fraterna”, per citare San Paolo, che non può che passare attraverso un percorso di carità verità umiltà.
A situazioni di questo tipo ci si avvicina con carità, nella consapevolezza di dover donare una opposta visione di cosa significhino concetti valori e sentimenti: famiglia, amicizia, amore, rispetto, onore, cittadinanza, legalità. A questi ragazzi, tuttavia, si deve parlare con un linguaggio di verità.
E’ per queste ragioni che non mi sento di condividere quanto scritto sulla medesima questione dagli Assessori Proietti e Leggio sulle colonne di “Latina Oggi”. Non ne condivido né il metodo né il merito. Cerco di spiegarmi meglio: un Assessore è un amministratore pubblico. Ha l’onere e l’onore di governare fenomeni complessi e non può – a mio giudizio- vestire i panni del sociologo o del pedagogo. Figure rispettabilissime e cruciali nel governo di qualsiasi realtà, (Adriano Olivetti non sarebbe stato così grande senza l’ausilio del Prof. Ferrarotti, ad esempio) ma la Politica e l’Amministrazione sono tutta una altra cosa.
Il sunto del ragionamento degli Assessori è: “I ragazzi hanno sempre ragione”. La trovo, sia detto con il massimo rispetto, una sciocchezza. Quei ragazzi hanno torto marcio! Occorre spiegarglielo non rinunciando alla solida fermezza della cultura, dell’istruzione, della legalità.
Una correzione fraterna, dunque, che non lasci neanche il minimo spiraglio a giustificazioni o ad interpretazioni che, mirando al bene, rischiano di fare a quei ragazzi un gran male.
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