Cinema Moretti ” Il Sol Dell’Avvenire “

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CINEMA MORETTI
L’ultimo film di Nanni Moretti “Il sol dell’avvenire” è davvero un film che ha tutte le carte in regola per autorizzare il calco gramsciano “Cinema e vita nazionale” (Letteratura e vita nazionale, A. Gramsci) trattandosi non solo di un percorso tra “Passato e Presente” (Gramsci) ma anche o soprattutto di un “cinema nel cinema”, un regista alle prese e in crisi con un film da fare senza avere le idee chiare in merito. Fermo restando la evidente citazione dell’ “8 1/2” di Fellini Moretti sembra voler dare un messaggio tanto scontato quanto necessario ovvero il riferimento ai “classici” che non cessano mai di stupirci per la loro incredibile attualità leggere e rileggere i quali, infatti, significa monitorare il filo rosso che collega il passato e il presente, usare le citazioni come un grimaldello o una bilancia dell’ orefice davvero non per “copiare” bensì riordinare il proprio pensiero facendo tesoro dei “primi della classe” (lat. classicus) tra i quali Fellini. Nel film c’è il vissuto la passione e lo struggimento di un autore in cerca d’autore nella fattispecie lui stesso in veste di autore di ritorno, non solo Fellini come autore-regista in crisi (8 1/2) ma anche Pirandello per ciò che concerne il senso e il rapporto tra realtà e finzione: fino a che punto un film può dirsi la copia conforme della realtà o il ribaltamento della stessa in una copia sbiadita di essa? Se Pirandello provoca lo spettatore mettendolo in confusione circa la verità e la finzione altrettanto Fellini e Moretti consegnano al pubblico la patata bollente o l’interrogativo <se questo è un film> cioè un sogno una finzione oppure la cartina di tornasole per leggere la realtà. Nel film, infatti, in controluce traspare la delusione politica o ideologica se si vuole il “tradimento” della sinistra, la effimera cometa di un comunismo di per sé probabilmente astratto o malamente metabolizzato, il risentimento verso una Russia rivelatasi presto “matrigna” – una perla il Moretti che straccia rabbiosamente il manifesto di Stalin geniale!- assai significativa la riflessione sul pubblico e il privato con relativa sublimazione, l’autocritica sui sentimenti non debitamente sedimentati colorati da azzeccatissime sottolineature musicali tra cui la canzone di Tenco “Lontano lontano” quindi l’importanza delle canzoni che vivaddio non sono solo “canzonette” ma spesso segmenti o frammenti sociopolitici assai significativi non per nulla, nel film, la scelta dei brani coglie sempre nel segno, altro illustre esempio Antonioni ne “L’eclisse” spara la voce di Mina con “Eclisse twist”! Insomma, il film di Moretti può dirsi una seria riflessione sul come eravamo e come ci siamo ridotti evitando intelligentemente di dare risposte limitandosi piuttosto ad invitarci a cospargerci il capo di cenere, a concludere che “così è se ci pare” non senza sollecitarci a rifare un pò di conti, magari a rileggere Gramsci la cui ombra peraltro aleggia nel film nel senso che come in “Letteratura e vita nazionale” il messaggio è antiletterario ossia che la letteratura non è una “favola” ma l’espressione di un popolo e della sua cultura nonché ideologia nel film di Moretti il cinema è il rispecchiamento della vita e del reale, una lezione circa le cause e gli effetti, gli entusiasmi e le delusioni del partito della classe operaia quindi del centralismo democratico, della scienza politica, della critica acuta di vari pregiudizi del cosiddetto “senso comune” compreso quel “Sol dell’avvenire” che fa pensare a una minacciosa palla di fuoco. Alla fine del film titolo compreso mi è tornato alla mente un passo di una Epistola del Foscolo (EP. V) che fastidiosamente(!) mi pregio citare> ” L’Italia è cadavere, e non va tocco né smosso più omai, per non provocare più tristo il fetore; e odo talvolta alcuni pazzi che vanno fantasticando vie di ressuscitarla: per me invece la vorrei seppellire meco, e innondata[sic] da’ mari, o arsa da qualche nuovo Fetonte, che le precipitasse addosso con tutto il cielo in fiamme, e che tutti i quattro venti ne disperdessero le ceneri, e che le nazioni presenti e avvenire si dimenticassero l’infamia del nostro secolo. Amen.” Per Foscolo come per Moretti potremmo parlare di <pessimismo della ragione ottimismo della volontà>(Leopardi) ?! A chi legge l’ardua sentenza! (gimaul)


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