L’angolo delle curiosità: Storia

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Soldati. Si sta come/d’autunno/sugli alberi/ le foglie.                    Giuseppe Ungaretti da Il porto sepolto

Le terre irredente –“non redente”, ovvero non liberate dal dominio austriaco (il Trentino, la Venezia Giulia e l’Istria), nei primi anni del secolo scorso,  erano i territori abitati da italiani ancora soggetti all”Impero asburgico. L’irredentismo fu quel movimento politico e di opinione, nato negli ambienti della sinistra repubblicana e radicale nella seconda metà dell’800 che chiedeva la conquista delle terre irredente.

Cesare Battisti, giornalista, deputato al Parlamento di Vienna e dirigente socialista nato a Trento, città all’epoca sotto il dominio austriaco, si batté per l’autonomia della sua regione. Partecipò attivamente alla campagna interventista e si arruolò negli Alpini; fatto prigioniero dagli austriaci fu condannato a morte per impiccagione perché ritenuto disertore e traditore, mentre da parte italiana fu considerato un eroe nazionale.

La trincea, nella prima guerra mondiale, considerata la più semplice e primitiva tra le fortificazioni difensive, fu la vera protagonista. La vita nelle trincee, monotona e rischiosa al tempo stesso, logorava i combattenti nel morale oltre che nel fisico e li gettava in uno stato di apatia e di torpore mentale. In trincea si viveva in condizioni igieniche deplorevoli, esposti al caldo e al freddo e alle intemperie, oltre ai periodici bombardamenti dell’artiglieria avversaria.

Nel primo conflitto mondiale nei diversi teatri di guerra fecero comparsa le armi chimiche, proiettili che sprigionavano gas venefici e venivano sparati sulle trincee nemiche provocando la morte per soffocamento di chi le respirava.

Nella Grande Guerra 65 milioni di uomini furono strappati alle loro occupazioni abituali, alle famiglie e ai mondi chiusi in cui la maggior parte di loro viveva, per essere coinvolti in una gigantesca esperienza collettiva. Questi combattenti, costretti a lasciare le loro case e le loro terre, si abituarono forzatamente alla vita in comune, alla disciplina e alla quotidiana familiarità con la morte.

Il termine Caporetto (teatro della dodicesima battaglia dell’Isonzo e una delle maggiori sconfitte militari della storia italiana) è passato ad indicare la sconfitta per antonomasia, un disastro improvviso e irreparabile.

Il sacrario militare del Montello è un monumento ai caduti della Guerra 1915-1918. Subito dopo la Grande Guerra furono raccolti, in alcuni cimiteri militari, tutte le salme che nella concitazione della battaglia erano state sepolte nei luoghi della battaglia.  Nel 1932 fu progettato l’attuale Sacrario e fu inaugurato in occasione del 20° anniversario della Vittoria nel 1938.

Celeberrima e triste è la canzone della Grande Guerra La Tradotta cantata dai soldati in partenza per il fronte che dice: «La Tradotta che parte da Torino, a Milano non si ferma più, la va diritta al Piave cimitero della Gioventù. A Nervesa c’è una Croce, e mio fratello è sepolto là…». Questa Croce si trova ora all’ingresso del Monumento ai Caduti di Nervesa-

Gli armeni, antica popolazione di religione cristiana, che abitava prevalentemente in una regione del Caucaso divisa tra l’Impero ottomano e quello russo, subirono uno sterminio perché furono sottoposti dai turchi a una brutale deportazione di massa nelle zone interne dell’Anatolia.

 

 

 

 


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