LIVORNO – In seguito all’articolo di ieri in cui abbiamo riportato la testimonianza della livornese Francesca Cappa che nella giornata del 1° gennaio è stata protagonista di una disavventura durata undici ore senza assistenza e servizi per la madre di 76 anni malata presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Livorno, l’ufficio stampa dell’Asl ha voluto inviarci un comunicato di scuse e di chiarimenti che pubblichiamo per correttezza. La speranza è che tali vicissitudini non si ripetano mai più e che il personale dell’ospedale di Livorno possa operare con la massima serenità per un servizio essenziale per il cittadino. Ecco il comunicato:
Ospedale di Livorno, il tempo trascorso in pronto soccorso non è un tempo di “abbandono”, ma di cura e presa in carico. In merito all’articolo “Undici ore abbandonate al pronto soccorso per il primo dell’anno”, l’Azienda USL Toscana nord ovest si rammarica della percezione avuta dai familiari dalla paziente, ma tiene a fare alcune precisazioni a salvaguardia del servizio assicurato dagli operatori all’interno della struttura. Il percorso di emergenza/urgenza prevede varie fasi (inquadramento della patologia tramite triage, approfondimento diagnostico, monitoraggio, definizione del trattamento, dimissione/ricovero) tutte molto complesse e importanti: considerare il tempo trascorso in pronto soccorso come tempo di “abbandono” risulta estremamente fuorviante e indicativo di una comunicazione non efficace nella spiegazione dell’iter sanitario intrapreso e di questo non possiamo che scusarci. Il tempo che la signora ha trascorso in pronto soccorso, seppur prolungato, è stato necessario ad un adeguato inquadramento e ad una corretta presa in carico a fronte ovviamente del relativo livello di gravità della patologia presentata e del numero di accessi di altre persone presenti con priorità maggiore: lunedì 1° gennaio infatti sono state ben 181 le persone che hanno richiesto assistenza al pronto soccorso di Livorno, in media quindi una ogni 10 minuti per tutte le 24 ore. Il pronto soccorso ha il compito di definire e risolvere, quando possibile, la problematica sanitaria presentata quanto meno nelle fase più acuta: un breve tempo di permanenza nella struttura non può essere considerato come indice esclusivo di un “buon servizio” ricevuto come, allo stesso modo, non può essere valutato come “cattivo servizio”, un tempo prolungato di osservazione del paziente.
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