La Venere con le scarpe rosse di Vinciguerra in piazza contro la violenza di genere

"Consumismo e abbandono è questo che succede alla donna"

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LIVORNO – La Venere di cartone con le scarpe rosse del maestro Antonio Vinciguerra ha sfilato in mezzo alla folla in piazza Grande per la manifestazione contro la violenza di genere e i femminicidi. “Ho cercato di restituire con le scatole di cartone vuote di un supermercato l’idea di consumismo e poi di rifiuto, che è quello che poi accade alla donna. Materiale “deperibile” – sottolinea Vinciguerra – perché la donna diventa inconsistente, così ho fatto scendere la Venere di Botticelli dagli Uffizi e gli ho fatto calzare le scarpe rosse per denunciare questo orrore, questa sciagura quotidiana che sembra purtroppo non finire mai”. Per lo scultore, pittore e disegnatore livornese arrivano i complimenti anche del sindaco Luca Salvetti e della vice Libera Camici presenti alla manifestazione: “Sei l’artista che più di ogni altro ha arricchito la città con le sue opere”, lo ringrazia il primo cittadino.

Lunedì il maestro Vinciguerra incontrerà Nicola Zingaretti e altri rappresentanti del Partito Democratico nazionale al circolo Arci Norfini di Collinaia per un interesse sulle sue opere, tra le quali un ritratto dell’ex presidente Sandro Pertini. Anche l’ambasciata russa è interessata alle opere dell’artista livornese che di recente ha cercato di contattare Putin con una “lettera per la pace” confezionata insieme al comune di Livorno con la riproduzione del francobollo del centenario di Modigliani ridisegnato e apposto su una tela del maestro. Vinciguerra ha già esposto nei campus dell’Università di Pisa contro la guerra in Ucraina con la mostra pittorica “Apparisce inutile strage” in collaborazione con l’Istituto Superiore Sant’Anna. “Mi piacerebbe adesso portare in piazza la Venere con le scarpe rosse e sto cercando uno stilista ad Urbino come sponsor perché loro sono tra i pochi uomini che riescono veramente a sentirsi donna. Sarei molto felice se fosse riprodotta in metallo ed esposta in piazza della Signoria ad esempio, vicino agli Uffizi, o in un’altra piazza italiana, come monito, affinché la bellezza possa salvare il mondo. Un artista – conclude – deve restituire gli umori del periodo in cui vive, ed è il dramma l’umore per questa tragedia che è la violenza sulle donne”.


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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.