L’angolo delle curiosità: Arte

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Ogni italiano dovrebbe imparare storia dell’arte da bambino come una lingua viva, se vuole avere coscienza intera della propria nazione.                                                                         Roberto Longhi        

         Arte e bellezza hanno un profondo legame con l’eros. Partendo dal paradigma platonico il prof. Sergio Givone scrive: «Nel Simposio, alla domanda “Perché è legata all’eros la bellezza?” Platone risponde spiegando che i suoi caratteri sono seduzione e fecondità, poiché viviamo in una condizione di povertà.

L’Impero bizantino giunse ad abbracciare quasi tutto il Mediterraneo in oltre mille anni di storia e la sua arte (mosaici bizantini di Ravenna) era considerata parte integrante della vita politica. Le icone ebbero un influsso fondamentale in tutta la cultura occidentale.

Il grande matematico Luca Pacioli nel suo trattato Summa de Arithmetica (1494) ha dato dell’artista Melozzo da Forlì, “il pittore degli angeli”, la definizione teorematica, speculativa di maestro di prospettiva con la livella e col compasso, immagine destinata a durare nei secoli a venire. Ancora oggi si dice: «Bello come un angelo di Melozzo» perché l’artista ha dipinto gli angeli, in assoluto, più belli dell’intera storia dell’arte. I suoi angeli sono creature celesti, a tal punto vere, che chi le guarda crede di poterne avvertire il respiro e il tepore della pelle.

Nel 1927 Roberto Longhi ha visto nel pictor urbis, Melozzo da Forlì, il pittore legato alla corte pontificia, il traduttore della prospettiva di Piero della Francesca in termini di alta retorica e di colorata scenografia e ha scritto: «Melozzo troppo aderente alla vita e alla bellezza fiammante per essere puro artista interpreta psicologicamente lo squadro monumentale di Piero come squadro eroico e se ne serve per dare slancio di vita alle sue figure: la monumentalità pittorica si trasforma in imponenza umana».

Secondo Antonio Paolucci Melozzo da Forlì, il grande artista del Rinascimento chiamato a dipingere la volta e le pareti della Sagrestia di san Marco nella basilica di Loreto, nell’affresco (1477), oggi conservato nella Pinacoteca Vaticana raffigurante il Platina in atto di ricevere in ginocchio dal papa Sisto IV della Rovere la carica di Prefetto della Biblioteca Apostolica ha voluto rappresentare l’alleanza tra la Chiesa e la cultura.

Il Giudizio finale di Luca Signorelli si trova nella cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto ed è l’opera per la quale è universalmente celebre nella storia dell’arte. Nel chiostro grande dell’antico monastero di Monte Oliveto Maggiore l’artista di Cortina, grande pittore descrittivo della realtà, coadiuvato dai collaboratori della sua bottega, ha dipinto otto storie della vita di san Benedetto da Norcia.

Il Compianto sul Cristo morto di Sandro Botticelli fu dipinto alla fine del Quattrocento. La stupefacente tempera su tavola rappresenta un capolavoro maturo dell’artista che venne descritto nel 1568 da Vasari che aveva potuto ammirarlo su un altare della chiesa fiorentina di Santa Maria Maggiore.

 

 

 

 


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